Il gusto unico degli “Scialatielli”

Lo Scialatiello è un’innovazione recente, rispetto a molti altri formati di pasta italiani. Lo chef italiano Enrico Cosentino l’ha ideato per la prima volta alla fine degli anni ’60 nella sua nativa Amalfi, mentre lavorava in un ristorante locale, e gli è valso il riconoscimento nel 1978, quando ha vinto il premio Entremetier in un concorso culinario internazionale. Racconta di aver inventato gli scialatielli per perdere tempo perché non aveva niente da fare. Ad ogni modo, l’invenzione ha richiesto 3 mesi di esperimenti per raggiungere il risultato che mangiamo oggigiorno.

Si tratta di un tipo di pasta spessa e corta a forma di linguine a sezione rettangolare. È tipico della moderna cucina campana, avendo avuto origine sulla costiera amalfitana come specialità dello chef ma si è diffuso anche in regioni vicine come Calabria e Basilicata (rispettivamente nel territorio di Catanzaro e Potenza).

Scialatiello (singolare per scialatielli) potrebbe derivare dalle parole napoletane scigliatiello o sciliatiello, un derivato del verbo sciglià (“arruffare”), e si traduce grosso modo in “arruffato”: proprio come i capelli arruffati, gli scialatelli sembrano infatti strisce “arruffate” di pasta quando viene messa in un piatto, poiché ogni striscia ha una forma leggermente irregolare dopo essere stata fatta a mano e tagliata in modo netto con un coltello da cucina. Un’altra ipotesi su questo nome di pasta è che derivi dal napoletano scialà (“gustare”) e tiella (“padella”), anche se suona piuttosto come un’etimologia popolare derivata da una corruzione linguistica della parola originaria.

Gli scialatielli si sposano perfettamente con i frutti di mare, ma si possono assaporare la loro incredibile bontà anche con un semplice sugo di pomodoro.

Leave a Reply